Critiche e Recensioni


La teoria simbolista considera “l’immagine come un simbolo” di segrete realtà, tendente ad evocare, sotto veli di miti e analogie, un mondo sotterraneo e misterioso. In Claudio Anzidei esiste la coscienza del fatto che l’Arte è il frutto dell’immaginazione, invita perciò tutti a non credere ad una verità unica per tutti, ma a tanti quanti sono gli individui. Da questa posizione nasce e si sviluppa il concetto di pittura di Anzidei, volto a definire esso come mezzo di espressione dello stato d’animo, delle emozioni e del sentire individuale e lo fa attraverso le infinite possibilità espressive date dal colore, dalla forma e dal tratto, con cui il pittore approfondisce il momento del subconscio su quello della ragione. Una pittura la sua, che entra dentro per risvegliare dubbi e certezze, o più semplicemente per riscoprire una parte di noi stessi.

M.me Marianne Langner, Critico d’arte e Funzionario del Ministero della Cultura della Francia, Museo FORUM ARTIS, Montese di Modena (It) 2003

Nella pittura di Claudio Anzidei è predominante un sentire cromatico assolutamente originale; l’utilizzo di vernici e materiali inusuali ne caratterizza la materialità che fa da energico contraltare ad un afflato creativo-emotivo di grande delicatezza e di entusiasmante vigore insieme, conferendo ai suoi quadri grande organicità nel continuum “forma-materiale-contenuto-significato” che ne è la chiave di lettura più indicata. La ricerca di un totale coinvolgimento emotivo tra l’Artista e il fruitore dell’opera giunge così a compimento felice. Anzidei, appagato, scruta l’orizzonte dei sentimenti attento alla visione di un nuovo miraggio e noi, col fiato sospeso… aspettiamo di sapere dove ci condurrà questo suo profondo Divenire.

Giuseppe Palomba, Critico d’arte, Amalfi (It) 2003

Claudio Anzidei costruisce le sue opere con i mattoni delle emozioni che condizionano la sua natura di passionale interprete dei moti dell’animo.
Ogni immagine diviene così il traslato di un suo vissuto interiore, che ne condiziona in modo assolutamente positivo, la creatività; e questa a sua volta si traduce in una forza dirompente che genera nello spettatore un’ empatia emozionale a dir poco suggestiva.
E’ allora, che i suoi rossi spezzano le monotonie, le sue pietre, i suoi vetri colorati creano motivi di spazialità che ciascuno di noi può assumere e vivere come propri, tale ne è la tanta forza evocativa.

Giuseppe Palomba, Critico d’arte, Capri (It) 2003

Per chi cerca con l’intento di trovare… La Vita è un viaggio di concetti e persone, spesso trasformati in segni, che guidano alla meta presunta. Da tre secoli l’umanità conosce l’anatomia del corpo, da trenta la sua biochimica, ma è diventata assolutamente cieca alla simbolica. La cultura che sempre guardato ai simboli, ed anche alcune idee lo sono, come agli antecedenti dei concetti, quindi come a qualcosa di primitivo, buono per le stravaganze dell’Arte; poi è arrivata la psicanalisi, che pretendendo di decifrare i simboli, di costringere a cedere il loro segreto, li ha ridotti e relegati tra il sacro ed il profano. Claudio Anzidei con la sua intensa e sperimentale ricerca pittorica, fatta di forti, luminosi cromatismi e suggestioni materiche, vuole ripercorrere la strada dell’evoluzione fino alla nascita degli ideali e nel contempo desidera rievocare pensiero e sentimento al corpo. È il esso che pulsano i suoi messaggi emozionali, segnali inequivocabili che mescola l’antico al moderno, tesi a risvegliare l’animo sopito dell’umanità. Oggi più che mai ci si rende conto di quanto sia difficile riconsegnare all’occhio quello spazio che sconfina dalla materia verso la trascendenza. Il simbolo ragionato perde il mistero che contiene e non c’è quiete nello sguardo che il simbolo dispiega senza orizzonte. L’opera impegnativa di trasformare i simboli in segni-parole, aumenta la Magia della Vita. Ecco il percorso di Claudio Anzidei: ridare forza alla Vita invertendo il processo. L’idea e prima ancora la percezione della stessa tornano ad essere simboli. Non ci si deve chiedere cosa significano i simboli, perché essi non significano, agiscono…

Anzidei vuole dissacrare e logorare i luoghi comuni, le abitudini, nate nel tempo dai pensieri disordinati di una società confusa, renderli inespressivi come sono i pensieri non appena ci inoltriamo nello spazio del simbolo, la cui potenza è già in mezzo a noi, come il Sole, le Luna, maschile e femminile, il Maestro e la Magia.

Anzidei trova la sua maturità pittorica negli insegnamenti nel suo Maestro di Vita, Oberto Airaudi, secondo i quali “rinascere” è un moto continuo espresso del cambiamento, di cui l’azione è simbolo e ancora insegna che la maturità creativa altro non è che la volontà di vincere l’incertezza. Ecco allora che Claudio Anzidei trasforma per alchimia la sua profonda immaginazione in sgargiante creatività e da qui fa nascere un nuovo modo di scrivere e colorare la pittura, dunque riscopriamo il significato di educare al sentimento con il gesto-segno, più che con la parola. Le sottili e maniacali opere di Claudio Anzidei sono rilevanti per l’estrema complessità delle trame impressionate sulle tele. Trame che non tolgono immediatezza al messaggio, forte e chiaro, di chi ama l’essenza pura delle cose velate della Magia della metamorfosi dell’esistenza, attraverso ancestrali ricordi e sensazioni di un cammino iniziatico.

Michele Scapino (Orango Riso), Annuario Comed' n° 31, Milano (It) 2003