Vedere con gli occhi di un bimbo e imparare a stupirsi di tutto, raccontarsi senza pudori e, facendolo, riuscire a raccontare di tutti. Un miracolo di sintesi di opposti, di poesia e di entusiasmo, di energia e delicatezza. Claudio Anzidei vive una identificazione totale con la sua Arte, in una sua realtà priva di contraddizioni, fondata invece su una straordinaria osmosi tra sentimenti ed espressività, tra il sognato e il vissuto. I suoi colorismi accesi, la fantasia straripante, ne fanno una gioia per gli occhi: Artista informale, e quindi per definizione astruso e da interpretare, si fa invece comprendere senza alcuno sforzo, con facilità, sollecitando in noi spettatori chiavi di lettura che nemmeno sapevamo di possedere. La sua forza evocativa gli deriva da una non comune capacità di appropriarsi di fondamenti cromatici e formali in grado di suscitare ancestrali associazioni mentali da cui discendono poi sensazioni che a loro volta generano sentimenti. Un gioco di rimandi a segni esoterici, ad elementi “magici” che attengono ad una antropologia Arte ricca di riferimenti.

Segni, simboli, allegorie che regalano a ciascuno un profumo, una sensazione di calore, di appagamento che al di la della sensibilità di ciascuno, tendono a divenire universali.

Giuseppe Palomba, Critico d’arte, “Omaggio a Modigliani - Giugno 2006” Palazzo Doria - Napoli (It) - Luglio 2006 - Antichi Arsenali Navali di Amalfi - Amalfi (It) - Luglio 2006 - Officina della Memoria - Fiuggi (It)