Claudio Anzidei costruisce le sue opere con i mattoni delle emozioni che condizionano la sua natura di passionale interprete dei moti dell’animo.
Ogni immagine diviene così il traslato di un suo vissuto interiore, che ne condiziona in modo assolutamente positivo, la creatività; e questa a sua volta si traduce in una forza dirompente che genera nello spettatore un’ empatia emozionale a dir poco suggestiva.
E’ allora, che i suoi rossi spezzano le monotonie, le sue pietre, i suoi vetri colorati creano motivi di spazialità che ciascuno di noi può assumere e vivere come propri, tale ne è la tanta forza evocativa. Nella pitturo di Claudio Anzidei è predominante un sentire cromatico assolutamente originale; l’utilizzo di vernici e materiali inusuali ne caratterizza la materialità che fa da energico contraltare od un afflato creativo-emotivo di grande delicatezza e vigore insieme, conferendo ai suoi quadri grande organicità nel continuum “forma-materiale-contenuto-significato” che ne è la chiave di lettura più indicata. La ricerca di un totale coinvolgimento emotivo tra Artista e fruitore dell’opera giunge così a compimento felice. L’Artista, appagato, scruta l’orizzonte dei sentimenti attento alla visione di un nuovo miraggio e noi, col fiato sospeso, aspettiamo di sapere dove ci condurrà… Una delle caratteristiche principali, requisito essenziale e irrinunciabile per un Artista di livello, è la riconoscibilità. Quello che ci fa distinguere Picasso da Von Gogh, Vermeer da Mirò. E’ un elemento che dà la misura di un temperamento, di un’abilità tecnica, di un complesso di emozioni, percezioni, capacità che marcano un’opera col segno indelebile di un Artista.
La riconoscibilità è una caratteristica indiscussa delle opere di Claudio Anzidei; e questo ci consente di inserire l’artista modenese nel novero di quanti riescono a emergere dal mare magnum dell’arte diffusa. Anzidei lavora a un progetto preciso di espressione e contenuti che gli consente di realizzare opere non confondibili, personali, in una parola riconoscibili. Davanti ai suoi cuori giganti, alle perline, alle tessere di vetro, ai suoi colori forti e “presenti” è prima il cuore, poi la mente a fartelo riconoscere come voce fuori dal coro, come un Artista che conosce le parole per parlare a ciascuno di noi.

Giuseppe Palomba, Critico d’arte, “Arteteatro - Gennaio 2006” Teatro Flaiano - Roma (It)